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ETNA
LA STORIA
Dal punto di vista vitivinicolo l’Etna non è la Sicilia. L’Etna é un' altra cosa.
Da tutti definita infatti un'isola dentro l’isola o potremmo anche dire di un “Nord nel Sud”. L'Etna è sicuramente la punta di diamante di quello che è considerato il "continente” vitivinicolo Siciliano.
La viticoltura nelle terre dell'Etna nacque con l'arrivo degli antichi greci, nell'800 a.C., i quali portarono le loro viti ad alberello per produrre vino (che chiamavano "nettare degli dei") e berlo durante banchetti, danze o recitazioni di poesie. Da allora non si è mai smesso di fare vino, anzi; nel 1435 si è creata quella che forse è stata la prima forma di associazione vitivinicola di sempre, la “Maestranza dei Vigneri", una corporazione di agricoltori che aveva lo scopo di trasmettere alle generazioni future come coltivare le vigne e come produrre vino sull'Etna.
IL TERROIR DELL'ETNA
La combinazione di alcuni elementi rende i vini dell’Etna unici, sia in Sicilia che nel mondo:
1) Il clima ventilato, caratterizzato dalle forti escursioni termiche giornaliere, grazie alla contemporanea vicinanza della montagna e del mare, che riduce l’umidità ed il rischio di potenziali malattie della vite. Un clima del tutto particolare, perché non è mediterraneo né montano, è specifico dell'Etna; le piogge sono frequenti e le escursioni termiche estreme (si possono raggiungere e superare anche i 20 gradi di escursione termica tra il giorno e la notte nel periodo di vendemmia). Un clima che risente parecchio dell'influenza del vulcano, che ha stratificato e differenziato anche i suoli, diversi a seconda dell'antichità della lava che si è depositata; suoli areati senza ristagni idrici, con presenze di argilla "allofana", che ha una buona capacità di immagazzinare l'acqua. Questo contesto pedoclimatico regala vini dagli aromi ricchi, di acidità elevata, eleganti e complessi, vini che sanno solo migliorare con il tempo.
2) La luminosità, con abbondanza di sole, garantisce un’ottima maturazione e qualità dell’uva.
3) Il terreno vulcanico, ricco di ferro, rame, magnesio, potassio e fosforo, con tracce di calcio e azoto, dotato di un’elevata capacità drenante, permette di avere vigneti sani e asciutti.
4) La storicità dei vigneti, spesso di epoca antecedente alla comparsa della fillossera.
5) Le varietà autoctone, coltivate da secoli su tutti i versanti del Vulcano.
ETNA DOC: LE ZONE DELL'ETNA
L'Etna DOC è una denominazione ottenuta nel 1968, prima Doc siciliana di oltre mille ettari di vigneti (oggi 1184), disposti ad altitudini tra i 300 ed i 900 metri sopra il livello del mare, con alcuni punti che raggiungono anche oltre i 1.100 metri. La denominazione di origine controllata «Etna» è riservata ai seguenti vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.
- “Etna” bianco
- “Etna” bianco superiore
- “Etna” rosso
- “Etna” rosso riserva
- “Etna” rosato
- “Etna” spumante.
Le vigne dell'Etna, in particolare, si distribuiscono tra la zona Nord e quella Est, e continuano con i versanti Sud-est e Sud-ovest:
ETNA: I VITIGNI AUTOCTONI
Un ruolo centrale è quello ricoperto dai vitigni autoctoni, che solo sui versanti dell'Etna danno i migliori risultati, che sono: Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio tra i vitigni a bacca rossa, Carricante (con Minnella Bianca, anche se questo molto marginale) tra le uve bianche.
Vitigni dell'Etna Rosso e Rosato: Nerello Mascalese e Cappuccio Tra i vitigni dell'Etna Rosso il Nerello Mascalese è il fuoriclasse indiscusso, anche se lo si trova sempre in blend con il Nerello Cappuccio o Mantellato; spesso è stato associato al Pinot Noir della Borgogna, per la sua eleganza, complessità e delicatezza di tannino, oltre che per la sensibilità alla singola annata.